Quella di STEMAR è la storia di un’impresa che si è fatta trovare pronta in un momento storico in cui, grazie al know-how accumulato in trent’anni, ha potuto contribuire al contrasto del contagio da Covid-19. Ma soprattutto, ha colto l’occasione di allargare il proprio raggio d’azione, da sempre legato alla lavorazione dei tessuti non tessuti (TNT) industriali, materiali che già da ben prima della pandemia trovavano infinite applicazioni pratiche.
PRODUZIONE
Il core business di STEMAR è costituito dalla fabbricazione (tramite stampaggio) di articoli e tessuti in materiale plastico. Tra questi i TNT ricoprono un ruolo principale, dato dalla grande varietà di impieghi che li vedono protagonisti sostanzialmente in tutti i settori al di fuori dell’abbigliamento tradizionale. Sono quindi compresi teli utilizzati in agricoltura per proteggere piante e coltivazioni, rinforzi per calzature, pannolini e assorbenti, shopping bag, tovaglie e coprimacchia nella ristorazione, copridivani e molti altri oggetti anche di hobbistica. L’azienda si adopera soprattutto nell’attività di converting, ovvero il processo di trasformazione dei tessuti non tessuti (e non solo) partendo da una bobina di grandi dimensioni fino a rotoli più piccoli. Il motivo di questa direzione presa ormai da anni, come spiega il titolare Marco Bondiani, sta nelle esigenze di clienti che lavorano con macchinari sempre più tecnologici e produttivi, ma poco flessibili. Da qui la necessità di lavorare su rotoli di una grandezza adatta per essere tagliati e confezionati, e quindi pronti per entrare nelle ultime fasi che portano al prodotto finito.
Proprio in questo ingranaggio della catena produttiva si inserisce STEMAR, che grazie al lavoro dei suoi venticinque dipendenti si occupa di nobilitare il tessuto raffinandolo non solo in termini di taglia, ma anche tramite modifiche più specifiche. I destinatari di queste lavorazioni ricevono in questo modo rotoli di tessuto stampato, adesivo, oppure con imballaggi par- ticolari, frutto di tutte quelle lavorazioni accessorie che molte aziende non possono attuare autonomamente. Più marginale negli anni è stata la produzione propria di oggettistica finita e pronta per il mercato, destinata quindi ai grandi attori della distribuzione all’ingrosso. Un paradigma aziendale, questo, che però è mutato con l’inizio della pandemia.
MASCHERINE OMOLOGATE
Dopo essere stata una delle prime aziende ad ottenere l’autorizzazione dell’Istituto Superiore della Sanità per la produzione in deroga durante i primi mesi dell’emergenza Covid-19, da luglio STEMAR produce direttamente le proprie mascherine chirurgiche di tipo 1 con marcatura CE.
Ciò ha richiesto l’acquisto di nuovi macchinari, grazie ai quali la creazione delle Stemask si attesta sui 50mila pezzi al giorno.
La modalità con cui STEMAR però contribuisce maggiormente alla fondamentale fornitura non solo di mascherine, ma anche di tutti gli altri dispositivi di sicurezza sanitaria, è quella di preparare e vendere materiali idonei alle imprese che poi le producono nell’ordine dei milioni di elementi. Gli interlocutori sono perlopiù appartenenti al settore tessile tradizionale, poi convertiti a questo nuovo mercato in cui l’azienda veronese si è inserita grazie alla pluridecennale conoscenza della lavorazione del tessuto non tessuto. Il tutto mantenendo la continuità del ciclo produttivo e garantendo posti di lavoro.
Non solo mascherine durante la pandemia
Già da ben prima che scoppiasse l’emergenza Covid-19 i tessuti non tessuti hanno trovato un impiego massiccio in ambito medico e sanitario. La capacità di filtraggio che la lavorazione del materiale può conferire agli articoli prodotti li rende infatti perfetti nel proteggere chi li utilizza da microbi e batteri, con applicazioni che quindi vanno ben oltre le semplici mascherine che usiamo quotidianamente. Soprattutto negli ultimi mesi queste caratteristiche hanno determinato un aumento significativo della domanda di questi prodotti, dando un’ulteriore possibilità ad aziende come STEMAR di allargare il proprio raggio d’azione.
I PRODOTTI
La lista di utilizzi dei TNT in ambito ospedaliero è molto lunga. Si parte da camici chirurgici e per pazienti, passando poi per cuffie, calzature, casacche, sovrascarpe, abbigliamento per operatori medici e ovviamente mascherine. Tutti elementi che medici, infermieri e tecnici impegnati in prima linea dallo scoppio della pandemia devono utilizzare in quantità ancora più ingenti. A quest si aggiungono poi biancheria per letto da ospedale, lenzuoli, federe, teli per tavoli portastrumenti e packaging sterile per strumenti chirurgici.
La concorrenza, sia nella produzione diretta che nella fornitura di TNT ad aziende terze, è molto alta, ma ciò nonostante STEMAR è riuscita a consolidarsi in questo mercato grazie al know-how già presente da anni nel proprio bagaglio. Basti pensare che ormai da marzo, tutte le attività che ruotano intorno all’ambito sanitario rappresentano circa l’80 percento di ciò che viene creato nello stabilimento di Belfiore.